BOLLETTE TELEFONICHE 28 GIORNI: I RIMBORSI DEVONO ESSERE AUTOMATICI

28/02/2020

La questione dei rimborsi derivanti dalla fatturazione telefonica a 28 giorni prosegue con un altro capitolo della vicenda.

Il Consiglio di Stato ha infatti depositato le motivazioni della decisione con cui stabilisce in modo inequivocabile che i rimborsi a favore degli utenti devono essere automatici confermando le precedenti indicazioni dell'Agcom.

Tale decisione è fondamentale in quanto prima di essa le società richiedevano all'utente di inviare la richiesta per ottenere i rimborsi eludendo quanto deciso dalle Autorità competenti nei mesi scorsi. Ora i gestori telefonici dovranno rimborsare i giorni illegittimamente erosi tra giugno 2017 e la data in cui è stata ripristinata la fatturazione su base mensile, ossia i primi giorni di aprile 2018; per ogni consumatore si tratta di un rimborso compreso tra i 30 e i 50 euro a seconda della tipologia di contratto, da corrispondere automaticamente nelle prossime bollette.

In aggiunta l'Antitrust, sempre in merito alla questione della fatturazione a 28 giorni, ha irrogato una sanzione per complessivi 228 milioni di euro a Fastweb, TIM, Vodafone e Wind-Tre accertando un’intesa anticoncorrenziale al momento del passaggio dalla fatturazione a 28 giorni a quella mensile, con il mantenimento dell’aumento percentuale dell’8,6%.

 

Ricordiamo che la vicenda nasce nel 2017 quando le società telefoniche decisero di addebitare le bollette relative alla telefonia ogni 28 giorni obbligando i consumatori a pagare tredici mensilità all’anno invece di dodici. La delibera di marzo 2017 dell’Agcom stabiliva il ritorno alla tariffazione mensile per gli operatori di telefonia fissa prevedendo 90 giorni di tempo per adeguarsi; il ritorno alla fatturazione mensile non è però avvenuto e l’Agcom aveva stabilito sanzioni per Tim, Vodafone, Tre, Fastweb e Wind da 1,16 milioni di euro ciascuna; successivamente con la Legge di Bilancio veniva definitivamente stabilito il divieto della tariffazione a 28 giorni per telefonia fissa, mobile, connessioni internet e servizi di pay tv.

A quel punto nel 2018, gli operatori decisero di aumentare il canone in modo equivalente (con un rincaro dell'8,6%, che corrispondeva proprio a quell'addebito annuale perso rispetto alle 13 mensilità garantite dalla tariffazione a 28 giorni) per recuperare gli importi persi con il ritorno alla fatturazione mensile.

A luglio del 2019, dopo una lunga battaglia di ricorsi tra Agcom, Tar Lazio e Consiglio di Stato, arrivava la sentenza definitiva del Consiglio di Stato che ha respinto il ricorso di Wind-Tre, Vodafone, Tim e Fastweb intimando alle compagnie di rimborsare i giorni erosi con le tariffe a 28 giorni. Si arriva quindi agli ultimi mesi con gli “inviti” ai consumatori da parte delle società telefoniche di inoltrare le richieste di rimborso ed infine con il deposito delle motivazioni della decisione del Consiglio di Stato.

 

Per Lega Consumatori restano però ancora alcuni nodi da sciogliere per considerare chiusa la vicenda.

Il primo è legato all'eventuale ulteriore ricorso da parte delle compagnie telefoniche che allungherebbero ancora i tempi per ottenere i rimborsi. Il secondo punto da chiarire consiste nel fatto che l'Agcom non ha ancora stabilito le modalità di restituzione dei 28 giorni per coloro che hanno esercitato il diritto di recesso o hanno cambiato società telefonica.

Alla luce di tali incognite, Lega Consumatori proseguirà a fornire adeguata assistenza ai consumatori con i suoi sportelli presenti su tutto il territorio nazionale al fine di aiutare gli utenti ad ottenere i rimborsi previsti.

 

a cura del Responsabile Nazionale Comparto TLC Alberto Martorelli